Allenandovi con il
metodo functional training amici
del Blog vi troverete di fronte ad ambienti spartani, dove oltre ad eseguire
vari esercizi a corpo libero, al massimo vedrete semplici piccoli attrezzi o
oggetti di uso comune come corde, pneumatici e mattoni.
ma cos'è l'allenamento funzionale? — Premessa: il corpo è fatto per muoversi
liberamente nello spazio, utilizzando contemporaneamente diverse catene
muscolari e compiendo azioni più o meno complesse su tutti i suoi tre piani
(sagittale, frontale e orizzontale). Quindi, un qualcosa di molto differente
dal classico allenamento in sala pesi, in cui i vari macchinari isotonici ci
costringono a effettuare esercizi che isolano i singoli muscoli, attivandoli
per altro su un unico piano. Ebbene, il functional training, al contrario,
utilizza degli esercizi che permettono di usare il corpo in modo simile alla
gestualità quotidiana e migliora la condizione fisica in modo tale da
permettere a chiunque di affrontare al meglio le situazioni che si presentano
nella vita reale: sollevare la borsa della spesa, spostare un mobile, saltare
un ostacolo, correre per non perdere un tram, afferrare un oggetto al volo,
salire su uno sgabello. Essendo il nostro corpo costretto ad affrontare
contesti molto differenti tra loro, l’allenamento deve essere globale e svilupparsi,
per garantire un condizionamento completo, su movimenti altrettanto vari,
finalizzati a migliorare tutte le capacità fisiche dell’organismo. Per
raggiungere questo obiettivo si utilizzano, in sincronia e sinergia, il maggior
numero di muscoli possibile, permettendo così di sviluppare movimenti più
forti, più veloci, più coordinati, resistenti, elastici e potenti. Tutto ciò
garantisce a qualunque atleta di migliorare le proprie prestazioni nello sport
praticato e a qualunque persona di migliorare la propria qualità di vita. Tutto ciò che è in funzione per migliorare le proprie capacità in relazione allo sport praticato, in funzione a migliorare la qualità dei piccoli gesti di vita quotidiana.
stabilità, meno infortuni — Essere funzionali significa apprendere nuovi
schemi motori attraverso esperienze fisiche complesse e progressivamente sempre
più impegnative. Questa metodologia di allenamento, grazie alle sue specifiche
caratteristiche di forza, flessibilità, equilibrio e propriocezione, va a
sollecitare soprattutto la muscolatura profonda della regione lombo – pelvica,
denominata ‘core’. La sua stabilizzazione, alla base del functional training,
perché centro nevralgico da cui scaturiscono forza, controllo ed equilibrio
posturale, rende ogni movimento più semplice e sicuro, previene gli infortuni e
rinforza le articolazioni. A rendere più stabile questo nucleo centrale
dell’organismo contribuisce moltissimo la respirazione, che deve essere
diaframmatica, per compattare tutto il tronco e sostenere la colonna, fluida e
completa.
l'allenamento — Per migliorare la condizione fisica il training oltre ad essere
progressivo, come abbiamo già scritto, deve svolgersi in modo razionale.
Tradotto: la scelta degli esercizi, la loro intensità, durata e recupero tra
l’uno e l’altro, devono svilupparsi secondo una programmazione precisa. Tutto
ciò è indispensabile per riuscire a condizionare l’apparato locomotore e tutti
i circuiti nervosi responsabili del suo controllo. Questo perché l’allenamento,
dobbiamo sempre tenerlo presente, non è soltanto una sequenza di esercizi. Il
nostro cervello e tutti i meccanismi a esso collegati hanno, come i muscoli,
bisogno per rendere al meglio, di essere allenati. Solo attraverso un processo
di apprendimento graduale dei movimenti e di controllo degli stessi si potranno
raggiungere gli obiettivi (che devono rimanere sempre realistici) che ci siamo
prefissati. Si inizierà con esercizi base, a corpo libero e con carichi bassi,
facendo particolare attenzione a non sovraccaricare la colonna tramite la
stabilizzazione del core, accompagnata da una respirazione diaframmatica. Comprenderanno
esercizi di spinta, trazione e sollevamento di pesi, squat, swing, lanci di
pesi dal petto e da sopra la testa, trazioni alla sbarra, piegamenti a terra,
saltelli a piedi uniti e alternati, affondi. Solitamente si lavora a circuito,
con 10 – 15 stazioni e un lavoro specifico di una trentina di secondi per
stazione, da ripetere inizialmente tre volte. Sono consigliate tre sedute
settimanali.