giovedì 27 novembre 2014

DIETA PROTEICA: PRO E CONTRO

La dieta proteica è una dieta a base di proteine che esclude qualunque forma di carboidrato a parte i cibi a bassissima concentrazione di glucidi come le verdure.

Dieta proteica: come funziona

La dieta proteica è in sostanza una dieta low carbs, ma portata all'estremo e proprio per questo va seguita per pochi giorni, 10 o 20 al massimo secondo i fautori di questa dieta.
 
Dovendo assumere solo proteine, verdura e pochi grassi, la colazione è costituita da latticini magri e uova, mentre il pranzo e la cena sono composti da un secondo piatto a base di carne magra più un contorno di verdura condita con pochi grassi, per esempio un cucchiaio di olio extravergine a crudo.

Dieta proteica: cosa promette
La dieta proteica è una classica dieta che cerca di far presa sulla voglia spasmodica delle donne di liberarsi in fretta dei chili di troppo, possibilmente nei "punti giusti", e senza soffrire troppo la fame.
E infatti la dieta proteica promette proprio questo: dimagrimento localizzato, risultati veloci, senza soffrire la fame e per di più senza abbassare il metabolismo. Analizziamo uno ad uno questi punto.

Risultati veloci: la dieta proteica è decisamente ipocalorica, si parla di 600-800 kcal al giorno, una quantità inferiore al minimo consigliato in una dieta. Per questo motivo non si può seguire per molto tempo questa dieta. Ovviamente si dimagrisce in fretta, ma non potendo seguire la dieta per più di 10-15 giorni, si dimagrisce ben poco. In un tale periodo la bilancia può scendere al massimo di 2 kg in soggetti in sovrappeso lieve (chi deve perdere fino a 5 kg), e al massimo di 3-4 kg in chi è in sovrappeso grave. Di questi, 1 kg lo si riprende subito dopo la dieta quando si reintegra il glicogeno muscolare, quindi alla fine il dimagrimento effettivo è di 1-2 kg al massimo, d'altronde la matematica e la fisiologia non sono una opinione: per perdere un kg di grasso bisogna tagliare dalle 5000 alle 7000 kcal e come minimo ci vuole una settimana, se si dimagrisce di più si sta perdendo altro oltre al grasso (muscoli, acqua, glicogeno).

Dimagrimento localizzato: il dimagrimento localizzato non esiste e quindi questa è una grandissima bufala utilizzata per far presa su chi ha culotte de cheval, pancetta e maniglie dell'amore (cioè la maggior parte delle persone che vogliono dimagrire). Per migliorare il problema del grasso localizzato la cosa più importante è costruire muscolo (massa magra) facendo sport. I muscoli armonizzano la figura, distendono il grasso e la pelle e la rassodano donando un aspetto migliore anche senza dimagrire.

Contenere il senso di fame: i cibi a base di proteine e la verdura sono molto sazianti e per questo la dieta proteica, a parità di calorie, è quella che garantisce la migliore sazietà. Ovviamente non si può sperare di non aver fame mangiando 800 kcal al giorno, il nostro organismo non è stupido e ci chiederà con insistenza di non essere maltrattato (perché è questo che stiamo facendo...) anche se tentiamo in tutti i modi di metterlo a tacere.

Abbassamento del metabolismo: in genere avviene dopo qualche settimana di dieta e quindi una dieta breve non lo intacca, ma dato che per dimagrire, per esempio, 5 kg occorrono come minimo 5 settimane, e non è possibile seguire questa dieta per così tanto tempo, il vantaggio è vanificato dal fatto che la dieta proteica semplicemente non funziona!

Una dieta povera di carboidrati alla lunga consuma i muscoli e abbassa il metabolismo come qualunque altra dieta troppo povera di calorie.

Dieta proteica: c'è qualcosa da salvare?
La dieta proteica può essere utilizzata in modo intelligente solamente alternando 3-4 giorni di dieta (ma di almeno 1200 kcal) con 1 giorno di dieta a base di carboidrati. In questo modo si evitano i danni all'organismo delle diete proteiche protratte nel tempo e si è in grado di continuare la dieta per qualche settimana ottenendo un dimagrimento effettivo (si perde grasso e non muscoli).
Ovviamente anche questo tipo di dieta è destinata a fallire se il soggetto non ha di base un'alimentazione equilibrata che gli consenta di mantenere senza problemi il peso forma. Riprendere i kg persi nelle settimane dopo la dieta è la norma per il 90% delle persone, questo non bisogna dimenticarlo mai.
Per questo una dieta del genere è consigliabile solo per perdere gli ultimi 2-3 kg, quelli in genere più ostici da eliminare.
Chiedete sempre consiglio medico prima di intraprendere qualsiasi piano alimentare.





 

venerdì 21 novembre 2014

LA SCELTA DELLE CALZATURE PER BAMBINI ED ADULTI

La scelta delle calzature che utilizzate nella vita quotidiana e durante la vostra attività sportiva necessita di particolare attenzione, non solo nella selezione del modello esteticamente più bello ed in voga sul momento ma anche e soprattutto perché l'utilizzo di una scarpa piuttosto che un'altra può profondamente influire sul nostro modo di stare in piedi, camminare e determinare sostanzialmente modifiche sulla nostra postura globale.
In commercio esistono ormai i più svariati modelli, dalle tradizionali scarpe col tacco tanto care al sesso femminile, che si ripropongono annualmente con altezze sempre più vertiginose fino a recenti bizzarrie come le scarpe rassoda glutei o quelle che come un guanto avvolgono il piede.

Non addentrandoci sulla validità o meno di questi ultimi modelli cari lettori del mio Blog; ci limiteremo invece ad osservare quali sono le caratteristiche ideali che ogni calzatura dovrebbe possedere, prendendo a riferimento bambini e adulti.

Bambini e scarpe
È ormai frequente osservare sempre più neonati con ai piedini la scarpa con il marchio più alla moda. Nei bambini così piccoli la scarpa non solo non è di alcuna utilità ma spesso può risultare perfino dannosa. Il piede è infatti nei primi mesi di vita uno strumento di conoscenza elettivo per il bambino, soprattutto nella sua funzione recettoriale, basti osservare come essi tendano continuamente a toccarli e a portarli alla bocca. Imprigionarlo all'interno di una scarpa significa fondamentalmente privarlo di quegli stimoli così importanti per lo sviluppo della sua sensibilità propriocettiva.
Nei primi anni di vita il corpo del bambino è sottoposto a modifiche strutturali notevoli nel corso dello sviluppo, il piede non sfugge a questa regola. La costrizione che il piede può subire all'interno di una scarpa, specie quando è troppo piccola o non si adatta alle caratteristiche dell'arto, possono inficiare con il suo corretto sviluppo, variarne la forma e il modo di camminare del bambino. Fondamentale dunque scegliere la scarpa più adatta, ricordando comunque che fino a quando il bambino non diventerà totalmente autonomo nel cammino la scarpa non ha alcuna utilità.
Una suola piatta ma allo stesso tempo flessibile nella sua parte anteriore, tale da poter piegare la punta di 90°, permette un corretto movimento articolare durante il cammino. La punta della scarpa dovrebbe essere abbastanza ampia per contenere comodamente le dita. Nella parte posteriore il contrafforte dovrebbe essere abbastanza rigido per tenere ben allineata la caviglia, al contrario delle scarpe in tela indossate spesso oggi che non assicurano la necessaria stabilità del retropiede. Per evitare che il bambino sfili le scarpe facilmente è bene che siano provviste di un gambaletto morbido e avvolgente, l'altezza tuttavia non dovrebbe superare i malleoli per non limitare il normale range articolare. Ricordarsi di cambiare le scarpe frequentemente, il piede del bambino cresce infatti di circa 3-4 mm al mese. Più che alla marca particolare attenzione dovrà andare alla scelta del materiale, una buona scarpa è quella che risulta elastica durante il passo senza tuttavia deformarsi, ottima la pelle. Specie per i bambini vale il principio secondo cui è la scarpa che deve adattarsi al piede e non viceversa.

 Adulti e scarpe
Sviluppo di callosità e vesciche, alterazione della circolazione, infiammazioni locali sono alcune delle conseguenze dannose determinate dall'utilizzo di calzature inadeguate in età adulta.
Peggio ancora se una determinata scarpa stravolge totalmente l'architettura del piede determinando dolori che spesso possono irradiarsi fino alla schiena, come nell'utilizzo prolungato delle scarpe col tacco.
Anche per gli sportivi che amano correre devono prestare parecchia attenzione a scarpe adeguate e comode che non alterino l’appoggio del piede durante l’atto sportivo: per una scelta vincente consiglio sempre di provare qualche passo di corsa quando selezionate delle scarpe da comprare. Mi sento di consigliarvi di evitare durante l’attività sportiva le scarpe con suola basculante che vanno molto di moda oggi, il piede infatti ha un movimento “rullante” sul terreno e non “basculante”; non modificate quindi l'assetto naturale dei vostri piedi se possibile.
Oltretutto per chi presenta già deformità importanti a livello del piede, dita a martello, alluce valgo, 5° dito varo ecc., la scelta della calzatura più idonea per i propri piedi assume ulteriore importanza. Alcune delle caratteristiche ideali già elencate per le scarpe per bambini valgono anche per quelle degli adulti: punta arrotondata e ampia per accogliere comodamente le dita, presenza di un contrafforte rigido posteriore, altezza che non dovrebbe superare i malleoli, flessibilità anteriore di 90°. Ulteriori elementi che concorrono a determinare una buona calzatura sono una tomaia abbastanza alta, in modo che le dita, soprattutto quelle a martello, non vadano a sfregare continuamente durante il cammino determinando susseguentemente lo sviluppo di callosità e dolore. L'altezza posteriore del tacco può andar bene fino a 2 cm per gli uomini, 4-5 cm per le donne, al contrario dei bambini dove la suola piatta è più indicata per un piede ancora in fase di formazione.
La misura dovrebbe prevedere una distanza fra punta della scarpa e dita dei piedi di almeno 1 cm, circa un dito della mano trasverso. Calzatura troppo strette alterano la circolazione degli arti inferiori, in particolare il ritorno venoso, le gambe diventano gonfie e pesanti. Il piede è definito infatti come il secondo cuore del nostro corpo, da esso parte una fitta rete di capillari (soletta venosa di Lejars) la cui spremitura durante il cammino determina il ritorno del sangue e della linfa verso l'alto. Al contrario scarpe troppo larghe determinano lo sfregamento della cute con sviluppo di vesciche e callosità.
Per i motivi appena elencati capiamo dunque il perché la scelta delle calzature non dovrebbe accostarsi in maniera semplicistica a mode o fenomeni del momento, almeno non esclusivamente. Dai nostri piedi può dipendere la salute di tutto il corpo, essi meritano quindi ben altra attenzione con la scelta della scarpa più adatta.

Per maggiori informazioni:  enzo.ago@libero.it



lunedì 17 novembre 2014

L'IMPORTANZA DELLA COLAZIONE: CENNI IMPORTANTI

Le proteine sono macro nutrienti con funzione mista, ovvero plastica, energetica, bio-regolatrice, ormonale ecc. Il loro apporto nelle dieta è molto importante poiché una parte dei "mattoni" (amminoacidi) che le costituiscono è di tipo "essenziale"; significa che l'organismo non è in grado di produrli autonomamente in quantità sufficienti e che deve quindi ricavarli dalla dieta.

Di solito, il fabbisogno proteico  - cioè la quantità di proteine necessaria per la buona salute dell'organismo - è facilmente colmabile attraverso l'alimentazione consuetudinaria. Tuttavia, la quantità di proteine non è la stessa per tutti; i soggetti in accrescimento, gli anziani, gli sportivi e certi malati ne richiedono più degli adulti e dei sedentari. Inoltre, se è vero che questi nutrienti  sono quasi ubiquitari all'interno dei cibi, è altrettanto vero che non tutti sono "completi"; questa "completezza" è detta Valore biologico e si misura valutando il relativo profilo amminoacidico. Le proteine migliori, più complete, sono dette ad ALTO valore biologico e sono contenute nelle uova, nel latte e nei derivati  (quindi nello yogurt, nelle ricotte, nei formaggi ecc.), nelle carni e nei pesci.

E' sbagliato credere che la soluzione a un aumentato fabbisogno proteico sia assumere quante più proteine possibile; infatti, porzioni eccessive di questi nutrienti (>30g) non vengono ben assorbite dall'intestino, per cui vengono eliminate in parte con le feci ed in parte stoccate in grasso: si avete proprio capito bene cari lettori del mio blog, tutto ciò che il nostro organismo non sfrutta a livello energetico viene stoccato anche in grassi . Praticamente, il segreto per avere un buon assorbimento proteico è quello di assumere più pasti ma in porzioni meno abbondanti; in tal caso, divengono particolarmente comodi certi alimenti in monoporzione da collocare a colazione e nei pasti secondari.

La colazione è uno dei 5-6 pasti ordinari della giornata. Si è soliti definirlo "il più importante", anche se la maggior parte delle persone non è in grado di giustificarne il motivo reale. Dal punto di vista "quantitativo", la colazione apporta (o meglio, dovrebbe apportare) circa il 15% delle calorie totali  quotidiane. Al contrario, gli altri due pasti principali (ovvero il pranzo e la cena), dovrebbero fornire pressappoco il 40 ed il 35% dell'energia; parallelamente, i pasti secondari (2-3 spuntini ) si limitano a contribuire complessivamente per il restante 10% (fino al 25%) delle calorie. Quindi, se la matematica non è un'opinione, rispettando il criterio della "quantità calorica", la colazione sembra molto più simile ad un pasto secondario che ad uno principale. Tuttavia, la sua importanza si cela in un meccanismo di tipo metabolico e non matematico.
La colazione ha lo scopo di rifocillare l'organismo dopo un digiuno 
che dura dal termine della cena precedente. In linea di massima, supponendo che l'ultimo pasto della giornata venga consumato tra le 19:30 e le 20:30, e che la colazione successiva avvenga tra le 7:30 e le 8:30, questo lasso di tempo dovrebbe corrispondere a circa 11-13 ore. Va da sé che, per logica, sarebbe opportuno che la colazione fornisse molto più del 15% delle calorie giornaliere  (ricordate il detto: "consuma una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero"?); anche perché, scrutando i famosi cicli circadiani, la secrezione insulinica e la sua captazione periferica sono maggiori in queste ore del giorno piuttosto che al pomeriggio o alla notte. Ciò nonostante, alla mattina (forse per questioni nervose o di tempo), la media delle persone non tollera facilmente grosse porzioni di cibo e preferisce consumarle a pranzo o a cena. Inoltre, va ricordato che il digiuno notturno avviene in condizioni di dispendio energetico volutamente limitato (in sostanza, corrisponde al metabolismo basale ); quella notturna, quindi, non è certo paragonabile ad un'astinenza mattutina, pomeridiana o serale, periodi nei quali l'organismo è più attivo e dispendioso. Va poi specificato che, trattandosi del primo pasto, riducendone l'entità o eliminandolo completamente si corre il rischio di cumulare appetito (che si tramuta in FAME) e di eccedere con le porzioni nei pasti successivi; in pratica, non assumendo tale energia a colazione, questa viene poi sommata al pranzo o alla cena incrementando il deposito di adipe  per eccesso di calorie.

Queste sono le ragioni che giustificano l'importanza del pasto mattutino e che, parallelamente, ne limitano l'entità ad un modesto 15% del totale.

Una volta compresa l'importanza della colazione, cerchiamo di capire meglio COME dovrebbe essere strutturata.
Abbiamo già accennato all' insulina
; questo ormone è il principale mediatore anabolico dell'organismo ma, facilitando l'ingresso di certe molecole nei tessuti, diventa anche responsabile dell'accumulo adiposo . Una miglior capacità di metabolizzare i nutrienti al mattino corrisponde anche ad una minor tendenza al deposito di grasso , ragion per cui si è soliti concentrare gli alimenti più dolci a colazione piuttosto che in altri pasti della giornata (gli zuccheri sono i principali nutrienti responsabili della secrezione d'insulina ); inoltre, ricordiamo che il cervello funziona a glucosio  (zucchero), pertanto i carboidrati
non dovrebbero mai mancare all'interno di un pasto mattutino (soprattutto considerando il lungo digiuno prima della colazione).
Tuttavia, le esigenze nutrizionali delle persone NON sono le stesse e, soprattutto in certe situazioni (anticipate in premessa), la colazione diviene un momento fondamentale per raggiungere la quota di altri composti nutrizionali come le proteine, ma anche le fibre
, le vitamine e i sali minerali
.
In sintesi, per certe persone (che ricordiamo essere soprattutto i ragazzi, gli anziani, gli sportivi e chi soffre di patologie legate all'assorbimento intestinale ma non solo...) fare un consumo ragionevole di latte e yogurt alla mattina è un'abitudine a dir poco intelligente. Cito questi alimenti perché, oltre ad essere statisticamente i più graditi nel primo pasto, rappresentano un'ottima fonte proteica, di riboflavina
(vit. B2), di calcio e (nello yogurt) di probiotici
; inoltre, per quel che concerne lo yogurt, essendo comodamente distribuito in porzioni da 125 e 150g, può essere consumato facilmente anche fuori porta.
Gli alimenti ricchi di proteine 
sono diversi ma, se per alcuni non è un problema consumare salumi , uova, tonno in scatola  o  carne bianca appena svegli, sfido chiunque a mangiarsi regolarmente una piatto di gamberetti arrosto o del fegato
alla veneziana... alle 7:30 del mattino!
Poi, se si considera che l'unico inconveniente nutrizionale al consumo di alimenti di origine animale è l'apporto di colesterolo 
e di grassi saturi, il latte e lo yogurt si rivelano ancora una volta estremamente utili. Infatti, pur essendo impossibile sgrassare del tutto una fetta di carne  o privare del colesterolo un tuorlo d'uovo, a livello industriale è invece possibile scremare (anche molto efficacemente) qualunque tipo di latte; questo, privato della sua componente lipidica, diviene un alimento quasi totalmente privo di molecole che favoriscono l'aumento del colesterolo del sangue 
.
E' poi doveroso specificare che tali alimenti non sono globalmente tollerati; esiste una fetta di popolazione che, non conservando la lattasi
intestinale dopo lo svezzamento , diviene intollerante a questo zucchero . Per queste persone è praticamente impossibile consumare il latte normale, mentre (grazie all'idrolisi effettuata dai batteri lattici che abbatte la quota di lattosio) sembrano tollerare meglio (con le dovute differenze legate alla soggettività) tutti i fermentati come lo yogurt, il kefir, lo yogurt greco addensato cc...

Insomma, due yogurt con cereali integrali 
, miele,  frutta fresca e semi oleosi rappresentano una colazione gustosa e in grado di coprire il fabbisogno di proteine  (totalmente assorbibili), zuccheri, grassi, acqua, sali minerali , vitamine e fibra alimentare per la maggior parte della popolazione generale.

Ci tengo a precisare che l’apporto proteico varia a seconda dell’età, tipo di attività svolta ed obiettivi fisici da raggiungere: ma questo lo approfondiremo nei prossimi articoli, nel frattempo ecco la tabella con l'apporto proteico ottimale calcolato in base al fabbisogno proteico .
E chi non può mangiare yogurt e latticini vari? …Continuate a seguirmi…

               
 
-sedentario
0,9 - 1 gr per kg
-attività fisica moderata
1 - 1,3 gr per kg
-sport aerobici
1,3-1,5 gr per kg
-fitness
1,3-1,5 gr per kg
-sport anaerobici
1,5-1,8 gr per kg
-bodybuilder amatori
1,5-2 gr per kg
-bodybuilder competitivi
2-2,5 gr per kg

 

 


mercoledì 5 novembre 2014

COME IL LIMITARE IL FASTIDIOSO "SENO" MASCHILE?

I "seni maschili" sono il risultato di tessuto grasso o ghiandolare in eccesso nella zona del petto di un uomo. Il termine medico per questa condizione, soprattutto nel caso di ghiandole mammarie ingrossate, è ginecomastia, e può causare uno stress e un disagio sociale considerevole negli uomini che ne soffrono. Se soffri di ginecomastia, segui i passaggi seguenti per imparare come controllarla o eliminarla.

 Metodo 1 di 3: Soluzioni Rapide

1)Controlla la taglia della tua camicia. Potresti non avere il tempo o il denaro per correggere la ginecomastia permanentemente al momento. Se è il tuo caso, la soluzione migliore che puoi adottare è nasconderla con una camicia di taglia grande e renderla meno evidente. Se i tuoi seni sono troppo grandi, questo rimedio non funzionerà, ma nella maggior parte dei casi sarà una soluzione a breve termine accettabile, per riunioni e altre brevi apparizioni pubbliche. Inizia prendendo nota della tua taglia.

Probabilmente conosci già la tua taglia, ma scrivila comunque.

Usando un nastro da sarto, misura la circonferenza del collo per ottenere la dimensione del collo della camicia. Scrivi questo numero perché può esserti utile al negozio. Per convertire i centimetri in una taglia, segui questa regola generale:

42-45: Small

45-47,5: Medium

47,5-50: Large

50-52,5: Extra Large

52,5-55: Extra Extra Large

Sopra i 55: XXXL, o taglie particolari non disponibili comunemente nei negozi.

Misura la circonferenza dell'addome e la lunghezza del torace. Se questi numeri sono alti, potresti aver bisogno di una camicia tall-cut (lunga) o wide-cut (larga). Sono disponibili generalmente nei negozi specializzati nelle taglie forti, e nei negozi di abbigliamento molto forniti.

2)Compra una camicia con colletto. Scegli un capo che ti stia bene. Dovrebbe essere ragionevolmente larga nelle maniche e abbastanza ampia per essere abbottonata facilmente, anche se tu non la abbottonerai.

Evita le camice "da lavoro", perché non sono pensate per essere indossate sbottonate e solitamente hanno una coda posteriore che va infilata nei pantaloni e sarebbe strano vederla penzolare dato che tu non lo farai.

Evita capi con stampe o motivi troppo vistosi, come fiamme, dadi o teschi. Darebbero molto nell'occhio e probabilmente non sono adatte all'occasione alla quale ti devi presentare.

Prova diversi motivi e colori per trovare quelli che ti stanno meglio. La seta e altre stoffe aderenti non nasconderanno i tuoi seni bene come tessuti più rigidi, perciò scegli una maglia di questi materiali soltanto a tuo rischio. Prendi in considerazione il percalle, tessuti a quadri, a strisce o camice hawaiane - tutto ciò che ti piace e non si scontra con il resto del tuo guardaroba.

 
3)Indossa la camicia. Assicurati che sia sbottonata e non infilata nei pantaloni, e indossala sopra una maglietta (la maglietta può stare fuori o dentro i pantaloni, come preferisci). La camicia ti aiuterà a nascondere la ginecomastia con ragionevole efficacia durante le funzioni sociali.

Se la camicia da sola non basta, puoi prendere in considerazione l'utilizzo di una fascia contenitiva. Anche se non è gradevole, fasciare i seni con un bendaggio di lino ben stretto o con un materiale simile è un modo molto efficace per ridurre il loro profilo. Combinando una fasciatura con una camicia, tutti i casi di ginecomastia, tranne quelli più gravi, possono essere nascosti in modo temporaneo ma efficace.

 Metodo 2 di 3: Il Metodo Fitness

1)Impegnati a perdere peso. Se hai i seni maschili e sei sovrappeso, allora la migliore opzione a lungo termine è bruciare i grassi e perdere peso. Quando inizierai a dimagrire, brucerai il grasso in tutto il corpo, compresa la zona del petto. Non c'è garanzia che dimagrire guarirà la tua ginecomastia, soprattutto se si tratta di un problema di tessuto ghiandolare e non di grasso, ma è un metodo molto più economico di quello successivo e ti farà comunque sentire meglio riguardo alla tua persona.

 
2)Segui un programma alimentare e d'allenamento realizzato da specialisti. Al livello di base, l'aumento e la perdita di peso sono controllati dall'apporto calorico. Se bruci più calorie in un giorno di quelle che assumi mangiando e bevendo, perderai peso (e viceversa). Questo significa che ogni programma di dimagrimento per avere successo deve combinare una dieta sana, porzioni controllate e attività fisica abbondante.


L'esercizio aerobico, come la corsa, il nuoto e le arti marziali, fa bruciare più calorie per ora degli esercizi per la forza (sollevamento pesi). Aumentare la massa muscolare con allenamenti per la forza, però, consentirà al tuo corpo di bruciare più velocemente le calorie, soprattutto quando farai attività aerobiche. È meglio integrare entrambi i tipi di allenamento nel tuo programma. Ottimi gli esercizi alla Chest-press in palestra 4 serie da 15-20 ripetizioni nel primo mese per poi passare a 4 serie x 12-15 ripetizioni  con più carico nel mese successivo...incrementa nel limite i carichi col passare del tempo. Esegui piegamenti sulle braccia 4 serie da 15 ripetizioni. Splendido lavoro in palestra le distensioni con bilanciere 4 serie da15 ripetizioni; riposa sempre 60" tra le serie.

Se vai in palestra allena il petto ogni 3-4 giorni, assolutamente  No tutti i giorni!
 

 
Dimentica la riduzione di peso mirata. I sollevamenti alla panca, i piegamenti e altri esercizi simili, anche se sono importanti, NON garantiscono una "riduzione mirata" del grasso sul petto. Ricorda, il grasso viene bruciato solo quando il corpo ha bisogno di più energia di quella che hai ingerito con alimenti e bevande. Concentrati sul bruciare più calorie di quelle che assumi, e riuscirai a eliminare il grasso.

Mantieni un equilibrio alimentare. Quando controlli e riduci la quantità di calorie che consumi, è facile affidarsi a pochi alimenti e trascurare l'equilibrio nella tua dieta. Al contrario, meno energia assumi attraverso il cibo, più dovrai essere attento, per garantire che il tuo organismo riceva una nutrizione equilibrata. Puoi trovare informazioni sui livelli raccomandati per i diversi nutrienti su internet e seguire quelle indicazioni. In alternativa, un dietologo può prepararti una dieta personalizzata che potrai seguire.

3)Segui il tuo programma. Non deviare dalla routine che hai deciso. È semplicissimo formare delle cattive abitudini, ma possono servire mesi per rendere un'abitudine il tuo nuovo stile di vita sano. Sii rigido con te stesso e affronta il difficile periodo di transizione finché il tuo nuovo stile di vita non diventi la tua seconda natura. Quando diventerai più in forma e magro, il grasso in eccesso sarà eliminato lentamente, la dimensione del tuo seno sarà ridotta e la tua autostima crescerà.

Sii paziente. Per essere veramente in forma serve tempo. Non esistono scorciatoie salutari. Le diete estreme provocheranno soltanto un'oscillazione del peso, perciò assicurati di evitare la tentazione di ottenere dei risultati a breve termine e finire in uno stato peggiore di quello da cui avevi iniziato.

Lavora su te stesso. È importante essere rigido e non deviare dal programma stabilito, ma se capita, non sentirti depresso e non arrenderti. Invece, prometti di non farlo di nuovo e riprendi da dove hai interrotto.

 

Il terzo metodo riguarda l’intervento chirurgico, ma per questo preferisco che sia un medico specialistico che vi sappia consigliare al meglio.